mercoledì 29 giugno 2011

Christine Lagarde: una donna al vertice

Christine Lagarde, 55 anni, ministro delle finanze francese è diventata la prima donna scelta come direttore generale e presidente del Comitato esecutivo del Fondo Monetario Internazionale, Fmi, fondato nel 1944 con gli accordi di Bretton Woods.
E' la prima volta per una donna ma di certo non per un europeo considerando che, da quando è stato istituito il Fmi, sulla sua poltrona più importante si è sempre seduto un cittadino del vecchio continente.
La nomina della Lagarde segna la conferma di una prassi in vigore dal 1946 ma che i Paesi cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) giudicano ormai superata e cioè la direzione della Banca mondiale riservata a un americano e quella del Fmi ad un europeo.
"Sono profondamente onorata per la fiducia riposta in me dal Consiglio Direttivo. Vorrei ringraziare di cuore tutti i membri del Fondo per l'ampio sostegno ricevuto e vorrei anche esprimere il mio rispetto e la stima per il collega e amico, Agustìn Carstens - banchiere centrale del Messico e altro candidato alla presidenza." Queste sono state la prime parole della Lagarde quando ha saputo di essere stata scelta come direttrice, subito dopo i commenti relativi alla crisi internazionale e ai grossi problemi che affliggono la Grecia.
Una donna al vertice è una grande vittoria ma soprattutto un reale segno di cambiamento all'interno di ambienti che da sempre si sono dimostrati restii nel permettere alle donne di occupare posti di grande prestigio. Inoltre la notizia fa ancora più scalpore se si pensa che la Lagarde va a sostituire Dominique Strauss Kahn, suo connazionale dimessosi per essere stato accusato di violenza sessuale su una cameriera dell'hotel di Manhattan dove alloggiava e attualmente agli arresti domiciliari.
Che dire? Equilibrio cosmico?

sabato 25 giugno 2011

New York loves gay marriage

La gioia, mista a commozione, sui visi di questi uomini e di queste donne è dovuta ad una decisione storica: lo stato di New York con 33 voti favorevoli e 29 contrari ha approvato al Sanato il matrimonio tra coppie omosessuali.
La decisione è resa ancora più storica se si pensa alla presenza a New York delle numerose comunità italo-americane, polacche e irlandesi tutte molto legate alla chiesa cattolica.
Il governatore Andrew Cuomo già in campagna elettorale aveva espresso la sua forte approvazione alle nozze gay e aveva promesso il raggiungimento di questo risultato in caso di elezione. Ieri sera la promessa è stata mantenuta e i festeggiamenti sono durati tutta la notte.

New York è così il sesto stato americano ad aprire le porte alle nozze gay ma soprattutto è il più popoloso. Il matrimonio gay fino a ieri era legale negli Stati del Massachusetts, Connecticut, Vermont, New Hampshire, Iowa, oltre che nella capitale federale Washington. Con l’aggiunta di New York la popolazione di questi Stati arriva al 10% del totale degli Stati Uniti.
Già nel 2009 la riforma era stata proposta al senato ma era stata seccamente respinta. I movimenti gay però non si sono arresi e hanno condotto una grande campagna di sensibilizzazione accompagnata da un cauto sostegno da parte del presidente Obama che nel febbraio 2011 ordinò al dipartimento della Giustizia di non difendere più il Mariage Act, cioè una legge che definisce il matrimonio come unione esclusiva tra uomo e donna. Inoltre giovedì scorso Barack Obama ha incontrato proprio a New York nel corso di una cena elettorale alcuni esponenti dei gruppi omosessuali più rilevanti d’America e ha sottolineato che: "Le coppie gay meritano di avere gli stessi diritti di tutte le altre coppie".
Una tra le prime star ad aver commentato il successo è stata Lady Gaga, indiscutibile icona gay che in lacrime ha urlato: "Non riesco a smettere di piangere, ce l'abbiamo fatta ragazzi!".
Il Vaticano invece non ha ancora commentato la notizia ma sicuramente la posizione che assumerà sarà di totale opposizione.
Da apprezzare invece la scelta dei fautori per la parità dei gay che grazie ad una concessione importante, e cioè il diritto all’obiezione di coscienza per tutti quei religiosi che vorranno astenersi dal celebrare nozze gay senza esporsi a sanzioni legali, hanno spostato alcuni consensi decisivi anche nelle comunità dei credenti.
Trovo significativa la scelta da parte di queste persone che pur di raggiungere il loro obiettivo hanno deciso di andare incontro ai prelati più intransigenti, di andare incontro a coloro che hanno sempre ostacolato il loro cammino, cercando di mitigare le loro idee.
Mi piacerebbe vedere anche dall'altra parte un segnale avvicinamento nei confronti di chi, in fin dei conti, vuole solo essere libero di amare.

venerdì 24 giugno 2011

L'odissea di Napoli e dei suoi rifiuti



Qualche giorno fa chiacchierando con una mia amica di una possibile meta turistica ci siamo ritrovate a parlare di Napoli. Io le dicevo che mi piacerebbe visitarla perché tutte le persone che ci sono state serbano un buon ricordo, parlano di una splendida città, di gente cordiale e disponibile e di ottima cucina. Anche lei, che a Napoli c'è stata qualche tempo fa mi confermava le stesse impressioni ma, di tutte le splendide cose che mi ha raccontato una mi ha colpito più delle altre: mi diceva che mentre era in giro con i suoi amici si sono fermati a chiedere delle indicazioni e un uomo, cordialissimo, si è messo a loro disposizione. E fin qui nulla di strano. Il problema sta nel tipo di risposta che l'uomo ha dato: per indicare la seconda strada a destra ha asserito "lo vedete il primo ammasso di spazzatura? Superatelo e girate al secondo!" 
Io non ci potevo crede: possibile che la gente di Napoli abbia familiarizzato così tanto con i rifiuti da inserirli addirittura nelle indicazioni stradali?
No, certo che no. I napoletani non si sono arresi alla lotta contro i rifiuti, non si sono rassegnati alla loro presenza ma loro malgrado hanno dovuto imparare a conviverci.
Ma è comunque lampante che la gente di Napoli è stanca, arrabbiata e preoccupata e lo dimostra tutti i giorni.
E' stanca perché questa situazione va avanti oramai da troppo tempo, è arrabbiata perché le promesse sono state tante e non sono state mantenute, ma in particolar modo i napoletani sono preoccupati: sono preoccupati per la loro salute, per la salute dei loro figli, per la riuscita dei loro raccolti e della stagione turistica.


Proprio ieri il Codacons ha affermato che depositerà una denuncia alla Procura di Napoli perché: "La presenza di immondizia nelle strade di Napoli ha raggiunto livelli preoccupanti e tali da rappresentare un concreto pericolo per la salute dei cittadini. Il rischio e' lo scatenarsi di qui a breve di una vera e propria epidemia nella città, con la diffusione incontrollata di sostanze nocive e infettive nell'aria e l'insorgenza di malattie nei centri abitati. Per questo abbiamo chiesto alla Procura di aprire una indagine per i reati di epidemia, inquinamento e omissione di atti dovuti, chiedendo al tempo di stesso di procedere all'immediato sequestro dei cumuli di spazzatura presenti per le strade, e disporne lo smaltimento coatto nelle discariche di tutta Italia."
Anche il presidente Napolitano non ha nascosto la sua apprensione per la situazione che si è venuta a creare e ha aggiunto di aver espresso più volte al Presidente del Consiglio la sua preoccupazione al riguardo, anche per la mancata approvazione del decreto che consente il trasferimento dei Rifiuti in altre Regioni ma, come dicevo prima, tante sono state le promesse e troppo pochi i fatti.
Il sindaco de Magistris durante la conferenza stampa tenutasi ieri non ha usato mezzi termini per attaccare il governo, queste le sue parole: "A Napoli la situazione ambientale e sanitaria è grave, ma la salute pubblica è messa ancora più a rischio dai roghi che, dolosamente, vengono appiccati. Berlusconi dimostra con i fatti che se ne frega di Napoli", ha detto il sindaco ribadendo che il Governo" si è lavato le mani, facendo come Ponzio Pilato. Non si è assunto le sue responsabilità e altri sono lenti ad adottare provvedimenti che potrebbero liberare la città dai rifiuti, ognuno deve fare la sua parte".
Speriamo che questa volta davvero ognuno faccia la sua parte prima che la situazione precipiti del tutto.

I turisti in giro per la città fotografano la spazzatura 

giovedì 23 giugno 2011

Il sesso vende a destra...ma anche a sinistra!

Era il 13 febbraio 2011 quando le donne, affiancate dai loro uomini, scendevano nelle piazze di tutta Italia per gridare il loro sdegno nei confronti di una società che strumentalizza il corpo delle donne, il loro sdegno nei confronti di un Presidente del Consiglio che non nasconde assolutamente il suo interesse per il gentil sesso tanto da organizzare feste nelle sue dimore con ragazze poco più che maggiorenni.
Le polemiche dunque nascono e si rivolgono soprattutto al Premier che con le sue affermazioni non fa che peggiorare la sua, già poco piacevole, situazione legata allo scoppio del Rubygate (ricorderete la frase pronunciata al Salone del ciclo e motociclo alla Fiera di Milano:"meglio essere appassionato di belle ragazze  che gay").
Ma non solo, il comitato delle donne di Se non ora quando, questo il nome dato all'iniziativa, accusano anche i media. La loro colpa sta nel proporre sempre più spesso l'idea di donna attratta dalle mete facili, dai facili guadagni, l'idea di una donna che per arrivare ai suoi obiettivi non usa la propria intelligenza, non usa la propria cultura ma il proprio corpo.
Naturalmente, anche se era stato chiesto dalle organizzatrici di non politicizzare l'evento perché desideravano che la loro trasversalità fosse rispettata, l'opposizione, presente con tutti i suoi leader ma senza bandiere, il giorno dopo la manifestazione ha parlato di importante risultato per le donne ma anche per la sinistra.
Oggi 23 giugno la polemica del comitato Se non ora quando ha cambiato il suo bersaglio e si è rivolta proprio all'opposizione in particolare al PD, perché nonostante tutte le critiche rivolte al Premier sulla strumentalizzazione del corpo delle donne, ha utilizzato per annunciare l'annuale Festa dell'Unità di Roma questa immagine:



Certo in ambito politico, dopo le amministrative e dopo i referendum, il vento è sicuramente cambiato ma utilizzare un paio di gambe per annunciarlo è sembrata una caduta di stile e in molti si stanno chiedendo se il PD predichi bene ma razzoli male.
Il mio compito in questo contesto non è quello di dare un giudizio politico su una campagna pubblicitaria ma vorrei ricordare che il sesso, messi da parte i moralismi, vende indipendentemente dal partito di appartenenza e infine vorrei associarmi al comunicato stampa rilasciato dal comitato nazionale di Se non ora quando: «L'abbinamento fra lo slogan 'Cambia il vento e l'ennesima immagine strumentale del corpo femminile - si legge in una nota - ci lascia stupite e attonite. Il comitato protesta ancora una volta di fronte all'uso del corpo delle donne come veicolo di messaggi che nulla hanno a che fare con esso e invita il Partito democratico romano a ritirare la campagna, anche per rispetto verso milioni di donne italiane il cui voto è stato fondamentale nelle amministrative e nei referendum nazionali del 12 e 13 giugno»

martedì 21 giugno 2011

Kamikaze a nove anni: verità o strumentalizzazione?




Negli occhi di questa bambina di nove anni, Sohana Ali Javaid  c'è tutto lo spavento, la paura di chi ha vissuto una brutta esperienza, di chi si è trovato da solo ed indifeso davanti al pericolo.
La storia della piccola Sohana, non ci sono fonti sull'attendibilità del nome, ha fatto il giro del mondo suscitando però dubbi e scetticismo da più parti.
Ieri la polizia pachistana nel corso di una conferenza stampa, durante la quale era presente anche la piccola, ha raccontato di aver salvato Sohana da alcune persone, pare due uomini e una donna, che dopo averla drogata e rapita l'avrebbero costretta ad indossare un giubbotto pieno di otto chili d'esplosivo per farlo esplodere una volta vicina ad una postazione della polizia, davanti a un checkpoint a Lower Dir, nel nord ovest del Pakistan.
Gli strani movimenti della ragazzina e la sua evidente paura, pare infatti si sia messa ad urlare una volta visti i poliziotti, hanno insospettito le forze dell'ordine che sarebbero intervenute salvando la bambina ed evitando una strage. I rapitori nel frattempo si sono dileguati e di loro non si ha più nessuna traccia.
Nonostante Sohana abbia risposto alle domande dei giornalisti senza mai contraddirsi e rispettando fedelmente la versione della polizia, il condizionale è d'obbligo. Infatti non sarebbe la prima volta che gli ufficiali pachistani affermano di aver sventato un attentato solo per accrescere il loro prestigio internazionale e per aumentare i loro meriti agli occhi della comunità nazionale.
Ma se si ha purtroppo la certezza che gli estremisti costringono i bambini ad arruolarsi nelle loro file per farli diventare kamikaze, la storia della piccola Sohana Ali Javaid,  ha qualche punto oscuro. Molti attivisti, seguiti dai giornalisti indipendenti, hanno passato la giornata di ieri a cercare riscontri sul racconto che la piccola ha fatto sulla sua famiglia e sulla sua casa ma nella zona indicata nessuno riconosce Sohana nella foto né tantomeno ci sono denunce di bambine scomparse.

lunedì 20 giugno 2011

Ken scarica Barbie: è un'assassina!

Che Greenpeace per promuovere le proprie battaglie utilizzi mezzi e modi sempre originali e spesso poco ortodossi è risaputo ma questa volta l'associazione ambientalista ha voluto giocare la carta della simpatia ed il risultato è davvero notevole.
La campagna è condotta contro la Mattel, la casa produttrice della mitica Barbie. Le accuse mosse all'azienda riguardano il confezionamento delle Barbie e i suoi materiali prodotti attraverso il disboscamento delle foreste pluviali indonesiane. La Mattel infatti utilizza imballaggi prodotti dal già noto distruttore delle foreste pluviali, la Asia Pulp and Paper (APP). La APP continua a radere al suolo le foreste pluviali con conseguenze nefaste per flora, fauna e clima.
Ma, e qui viene il bello, indovinate chi è il testimonial di questa nuova campagna di GreenPeace? Ken! Ebbene sì, lo storico fidanzato di Barbie dopo decenni e decenni di fidanzamento ha deciso di chiudere la sua relazione con la bambola più famosa al mondo dopo aver visto un video in cui la sua ragazza è accusata di essere coinvolta nella deforestazione e nell'uccisione di diverse specie animali. (intervista a ken)
Deluso e scioccato dalla scoperta che la dolce Barbie è in realtà una serial killer Ken è comparso, grazie all'aiuto di alcuni attivisti, sulla facciata del quartier generale della Mattel a Los Angeles dove è stato affisso un enorme poster con la sua faccia che afferma: Barbie, It's Over.
Senza dubbio un'ottima campagna pubblicitaria, ma speriamo che non sia servita solo a farci sorridere...

sabato 18 giugno 2011

Dalì Atomicus

Parlare di un artista poliedrico come il surrealista Salvador Dalì mi risulta
difficile perché il suo stile, più degli altri, non può essere costretto dalle parole, non può essere imprigionato dal conformismo delle idee. Per capire Dalì bisogna vedere le sue opere, toccarle con mano, visitarne gli spazi, apprezzarne le stranezze e le assurdità.
Dalì è sempre stato molto attento alle avanguarie, ha sempre sperimentato ogni tipo d'arte: non solo pittura, scultura e architettura ma anche scrittura, teatro, cinema e fotografia.
Naturalmente anche quando si è confrontato con "mestieri" che non gli appartenevano totalmente, Dalì non si è adeguato ma ha continuato ad esprimersi a modo suo. Un esempio della follia dell'artista è senza dubbio
la foto scattata dall'amico e fotografo, Philippe Halsman. Ecco cosa narra la legenda su questa foto scattata nel 1948: pare che Halsman contò fino a quattro, Dalì fece un salto, gli assistenti del fotografo lanciarono
tre gatti e un secchio d'acqua  nell'inquadratura, mentre la moglie del fotografo teneva sollevata la sedia sulla sinistra. Ci vollero ben ventisei tentativi per raggiungere questo desiderato e spettacolare risultato.

Dalì Atomicus

Risultato che è un vero e proprio dipinto surrealista, la trasposizione realistica dell'immaginazione dell'artista.
Se come me siete rimasti affascinati da quest'uomo ecclettico e volete "vederne" di più, vi ricordo che fino al 25 settembre 2011 è possibile visitare la mostra dedicata a Dalì nel castello di Otranto. (vai al sito)
...e buon percorso surrealista a tutti.

venerdì 17 giugno 2011

La danza con le beluga




Guardando questa foto mai ci verrebbero in mente i problemi che l'uomo, con la sua voglia di dominare, ha causato alla natura e neanche i terribili avvertimenti che Madre Natura ci ha riservato più volte per ammonirci dei danni provocatole, perché qui uomo e natura formano un sodalizio perfetto.
Siamo di fronte a un'esperienza magica: la russa Natalia Avseenko, una sub esperta di 36 anni, si è tuffata nelle gelide acque (-1 C°) del Mar Bianco vicino al circolo polare Artico per incontrare queste curiose e maestose creature, le beluga.
Queste balene bianche non sembrano per niente impaurite dallo strano ospite che, per stabilire con loro un contatto ancora più unico, ha deciso di rinunciare alla muta e di tuffarsi negli abissi completamente nuda.
Pare infatti che questi animali poco sopportino il contatto con materiali artificiali.
Naturalmente Natalia prima di poter affrontare un tale incontro ha dovuto esercitarsi a lungo ed è riuscita ad avvicinare i due esemplari grazie alle tecniche di respirazione yoga che le hanno permesso di poter restare sott'acqua per quasi undici minuti e di poter instaurare così un rapporto più intimo con Matrena e Nilma.
Le beluga, dal canto loro, sembrano a loro agio in questa insolita veste di "compagne di gioco" e si divertono a farsi coccolare in quello che sembra una spettacolare danza fuori del tempo e dallo spazio.

giovedì 16 giugno 2011

2080, tra meraviglia e turbamento




Una sera mentre ero in giro per Lecce, la città che oramai mi ha adottata, m'imbatto in un enorme cartellone, un tre per sei che cattura la mia attenzione. Niente scritte, solo la riproduzione di una città, la mia città 
sott'acqua e in primo piano un neonato-pesce con degli occhi grandi ma con lo sguardo impaurito.
Guardo più attentamente quella che a primo impatto mi sembra la raffigurazione di una Lecce/Atlantide e scorgo un sito internet: lecce2080.it, la mia curiosità cresce. Appena ho la possibilità di farlo mi collego sul sito e con mio grande stupore scopro un mondo, un mondo subacqueo fatto di persone diventate animali acquatici.
C'è un diario, il diario di un uomo che per poter sopravvivere ha dovuto imparare ad adattarsi, adattarsi alla sua nuova casa, alla sua nuova vita, al suo nuovo aspetto fisico: niente naso ma branchie, niente braccia ma pinne.
I suoi pensieri vengono postati ogni giorno sul sito ed è interessante scoprire quello che nasconde la mente di un uomo che non può più parlare perché costretto negli abissi.



Ma cos'è lecce2080? E' una campagna pubblicitaria, una geniale campagna sociale per promuovere l'energia pulita che giorno per giorno sta tenendo sulle spine centinaia e centinaia di curiosi, appassionati, scettici.
L'attenzione su questo fenomeno si è avuta già qualche giorno prima della comparsa dei cartelloni, quando nella città barocca hanno cominciato a comparire delle strane uova, le quali hanno incuriosito cittadini e turisti. Poi un mattino ci si è risvegliati con la faccia di Spigolino, questo il nome del protagonista del cartellone, sui muri ed il primo enigma è stato svelato: le uova volevano avvertirci del nuovo arrivo. 
Tutti conosciamo quali sono le conseguenze del riscaldamento globale ma pochi sembrano quelli consapevoli della vicinanza di questa data, 2080. 
Utilizzare campagne come questa per sensibilizzare la gente sui problemi del nostro pianeta mi sembra acutissimo soprattutto perché per crearla sono state utilizzate prima di tutto IMMAGINI...

...continua sul sito.

Un blog perché...

L'idea di un blog che raccontasse la vita, i fatti che ogni giorno accadono o gli eventi storici già accaduti, prima attraverso le immagini e poi con le
parole mi è venuta in mente mentre studiavo per un esame universitario.
Tutti siamo consapevoli di come i mezzi di comunicazione hanno permeato la nostra esistenza e di come molto spesso hanno cambiato il nostro modo di pensare e la nostra sensibilità.
Molti studiosi si chiedono se siamo noi ad essere cambiati nel rapporto con i media o se sono quest'ultimi che evolvendosi, hanno spostato le linee di confine del che cosa è l'informazione e di come deve essere fatta.
In realtà, entrambe le affermazioni sono facce della stessa medaglia, una medaglia che si chiama Comunicazione.
Oggi saper comunicare è un'arma vincente. Certo, l'uomo comunica sin dai suoi albori, ma l'epoca in cui viviamo ci da la possibilità di esprimerci in infiniti modi diversi e capire come comunicare è fondamentale per essere sicuri dell'efficacia del nostro messaggio.
Ma torniamo a questo blog e alla sua protagonista: l'immagine. Non è certo un caso che le prime forme di comunicazione ritrovate siano stati dei graffiti, delle immagini impresse sulle mura di una grotta. L'uomo prima della parola ha scelto come mezzo per esprimersi l'immagine, perché è immediata, è diretta, va subito al dunque. Ed è per questo che ha attirato la mia attenzione.
Spesso mi capita di guardare delle foto, dei cartelloni pubblicitari, dei documentari e di stupirmi per le meraviglie che vedo, ma ancora più spesso mi ritrovo a chiedermi se non si sta esagerando con la mania del "mostrare tutto".
Fin dove l'obiettivo della macchina fotografica può spingersi per onore della cronaca?
I dubbi etici fanno parte delle nostre vite e non è raro ritrovarsi a chiedere se quello che stiamo facendo è giusto o no. E chissà se anche i due fotografi di cui sto per parlarvi hanno avuto dei dubbi nel momento in cui hanno scattato le foto che sto per mostrarvi? 
Le foto in questione appena pubblicate fecero grande scalpore perché fermano uno dei momenti più intimi della vita di un uomo: l'istante della morte.


La prima delle due foto è quella scattata da Tom Howard 

il 12 gennaio 1928 durante l'esecuzione capitale di Ruth Snyder, condannata alla sedia elettrica perché accusata di aver ucciso il marito. Naturalmente la legge americana non autorizza i giornalisti a fare foto durante l'esecuzione, ma questo non ha fermato Howard, che con una macchina fotografica nascosta nei pantaloni riesce a immortalare il momento diventando il primo fotoreporter a rubare uno scatto e l'ultimo fotografo in grado di testimoniare una esecuzione capitale.
Il "Daily News" il giorno dopo pubblica la foto in prima pagina con il titolo "Dead" (morta) e vende un milione di copie in più, il doppio del solito.
L'opinione pubblica si spacca e apre un dibattito morale su quale sia la linea di demarcazione tra informazione e cattivo gusto, tra informazione e
arte, tra informazione e realtà.


L'altra foto è del noto fotografo ungherese Robert Capa, famoso per essere stato in prima linea in molti degli eventi che hanno segnato il '900. Capa viene ricordato però soprattutto per una foto "il miliziano che muore" scattata durante le guerra civile spagnola nel 1936. La foto ritrae un giovane soldato che colpito da un proiettile, cade a terra esanime. Il dubbio morale rimane: Capa invece di scattare quella foto non poteva urlare in modo da avvertire il soldato del fuoco nemico? Capa non urla ma ci consegna una significativa testimonianza storica.


















Io credo che molti di noi ricordano delle cose perché le hanno viste, perché come si suol dire, ci sono rimaste impresse e quindi sono convinta dell'importanza delle immagini non solo come documento storico ma anche come strumento d'arte e di trasmissione d'emozioni e per questo spero di condividere con voi quelle che per me sono...immagini di vita.