venerdì 9 marzo 2012

Kony 2012: la guerra che si combatte sul web

Quante volte ci siamo ritrovati a guardare o ad ascoltare impassibili immagini e storie che hanno scosso la nostra sensibilità: attentati, catastrofi naturali, guerre. Il più delle volte però la tristezza e la rabbia hanno lasciato il posto all'impotenza, a quel senso di sterilità che proviamo ogni qualvolta pensiamo di non poter
far nulla.
Jason Russell
Oggi invece Jason Russell, fondatore di Invisible Children, abbatte i nostri pregiudizi: la condizione di semplici cittadini non è più un limite ma un punto di forza.
Grazie ad un video caricato su YouTube e su Vimeo Russell è riuscito a portare all'attenzione internazionale la storia di Joseph Kony leader dell'LRA, uno dei movimenti armati più sanguinari della storia. Questo nome, ai più sconosciuto, è di un criminale ugandese ricercato dal 2005 dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja per crimini contro l’umanità e crimini di guerra.

Il video-documenterio racconta la storia di questo dittatore che da più di 25 anni strappa i bambini alle loro famiglie. Si parla di 30mila bambini prima stuprati, maltrattati, torturati e poi costretti alla schiavitù (le bambine) o  costretti ad arruolarsi nell'esercito con l'obbligo di uccidere i propri famigliari per diventare più forti.

Joseph Kony

Raramente le grandi potenze s'intromettono in situazioni che non minacciano la loro sicurezza o i loro interessi economici e per questo Russell ha deciso di realizzare un video che sensibilizzasse in primis l'opinione pubblica: più gente è a conoscenza di queste brutalità più possibilità ci sono che la storia dei bambini ugandesi arrivi ai piani alti. E cosi è stato. I fondatori di Invisible Children hanno reso possibile l'impossibile: hanno reso visibili quei bambini.


In soli tre giorni il video ha raggiunto più di 57 milioni di visualizzazioni ma la cosa più importante è che gli Stati Uniti d'America, per la prima volta in tutta la loro storia, hanno deciso di intervenire solo perché è stata la gente a chiederlo.
Ora anch'io vi chiedo una cosa: dedicate mezz'ora del vostro tempo per guardare il documentario (http://www.youtube.com/watch?v=Y4MnpzG5Sqc ), potrà sembrarvi inutile, una perdita di tempo ma credetemi più il nome e l'attività di Joseph Kony diverranno conosciuti e verranno condannati, più concreta sarà la possibilità di vederlo dietro le sbarre.

lunedì 16 gennaio 2012

Time is nothing

Ha trovato il coraggio di lasciare il lavoro  per realizzare il sogno di una vita: viaggiare. Kien Lam, fotografo e artista di San Francisco, in 343 giorni ha visitato 17 Paesi (Usa, Gran Bretagna, Francia, Portogallo, Spagna, Marocco, Egitto, Turchia, Giordania, Thailandia, Indonesia, Giappone, Argentina, Uruguay, Cile, Bolivia e Perù).
Partito con uno zaino sulle spalle, la sua macchina fotografica e la voglia di lasciare il freddo della sua città per raggiungere posti più caldi, il fotografo ha immortalato in 6.237 scatti questo viaggio intorno al mondo.
La notizia della sua avventura sta spopolando grazie ad un video che lo stesso Lam ha regalato alla rete e ha raggiunto quasi due milioni di visualizzazioni.
In meno di 5 minuti il video ci accompagna in un giro del mondo mozzafiato: paesaggi, monumenti, persone, luoghi sono i protagonisti assoluti di questo filmato realizzato in time-lapse.



Descrivere «Time Is Nothing. A journey around the world», nome del filmato, non è possibile perché le immagini toccano corde che le parole non conoscono, quindi godetevelo..
http://www.youtube.com/watch?v=UGnrT0F-Igs

venerdì 13 gennaio 2012

Beautiful Bald Barbie

La Barbie è sicuramente la bambola più famosa al mondo e nei suoi quasi 53 anni di vita è stata un simbolo per generazioni. I produttori della Mattel l'hanno proposta in centinaia di versioni: ballerina, veterinario, principessa, rock star. Oggi però una petizione nata su facebook propone una Barbie calva, una Barbie priva della sua inconfondibile chioma bionda.
La prima richiesta di questo tipo è arrivata alla Mattel dai genitori di Genesis Reyes, bambina di quattro anni ammalata di tumore e sottoposta a chemioterapia. Quando Genesis ha iniziato a perdere i capelli ha perso la sua autostima, non si sentiva più una principessa. Nasce così l'idea creare una Barbie calva, una barbie che facesse sentire meno diversa la piccola.


Venute al corrente di questa notizia due donne americane Rebecca Sypin e Jane Bingham, le prima con una figlia ammalata di leucemia e la seconda affetta da una linfoma, hanno deciso di creare una pagina facebook: https://www.facebook.com/BeautifulandBaldBarbie?sk=wall
Le due donne, seguite da più di 80.000 persone, pensano che avere una Barbie calva possa aiutare le bambine ad accettare il loro nuovo aspetto o quello delle loro mamme.
Visto l'interesse che questa proposta ha suscitato nell'opinione pubblica, non è escluso che la nuova Barbie venga messa subito in commercio.

lunedì 19 dicembre 2011

Hacker attack

Sembrerebbe quasi una trovata di Orson Welles, ma questa volta a beffare gli americani sono gli hacker.
Queste foto sono state scattate sulle autostrade americane e naturalmente quello che dicono i cartelli stradali è opera degli hacker.
Quella di riuscire a violare la segnaletica è una moda che sta riscuotendo molto successo tra gli smanettoni, ma soprattutto sta spiazzando gli automobilisti statunitensi.

Infatti le scritte che compaiono al posto delle solite indicazioni sui lavori in corso o sulla velocità, lasciano spazio a frasi del tipo "guidate ubriachi", "usate il preservativo" o "la fine è vicina".

 Naturalmente il problema, oltre alla beffa subita dalle società che gestiscono i cartelli, è quello della possibilità che queste scritte possano distrarre i guidatori provocando degli incidenti.

La polizia sta cercando di scoprire le identità di questi hacker che rischiano sia multe
salatissime che una pena di 90 giorni in carcere ma qualcosa mi dice che questo non fermerà di certo questi "nuovi vandali".

giovedì 15 dicembre 2011

Individuo dell'anno? The Protester

Sta per arrivare il nuovo anno e per tutti è tempo di bilanci, di valutazioni, di riflessioni sull'anno che sta per concludersi.
Così è anche per il Time, settimanale americano, che dal 1927 ogni prima settimana di dicembre, deve eleggere "la persona dell'anno" cioè l'individuo che più di tutti si è distinto e ha avuto maggiore rilevanza durante l'anno appena trascorso.
La scelta è sempre molto difficile: politici, scienziati, uomini di fede, militari, astronauti in molti ambiscono alla copertina del Time. Quest'anno però il settimanale stupisce tutti: nessun volto riconoscibile, nessun nome e nessun cognome, nel 2011 il nuovo person of the Year è the protester.
Nulla di specifico, il manifestante potrebbe essere quello della primavera araba o un indignatos spagnolo, un militante americano o femminista ucraina, non ha importanza la nazionalità.
A spiegare perché il Time fa questa scelta impersonale, da molti condivisa, è l'editore Rick Stengel, riporto di seguito le sue parole: "Esiste un punto di non ritorno globale per la frustrazione? Ovunque, a quanto pare, la gente diceva di essere stufa. Dissentiva, domandava, non disperava persino quando le risposte tornavano indietro sotto forma di nuvola di gas lacrimogeno o grandine di proiettili. Incarnava letteralmente il concetto che l’azione individuale può portare a un cambiamento collettivo e colossale. E sebbene fosse inteso in modo diverso a seconda dei diversi luoghi, il concetto di democrazia era presente ogni volta che essa si radunava."
"Nessuno avrebbe potuto immaginare che il gesto di un venditore di frutta tunisino, dandosi fuoco in una piazza pubblica di una città quasi introvabile sulle cartine, sarebbe stato la scintilla per le proteste che avrebbero rovesciato i dittatori di Tunisia, Egitto e Libia scuotendo i regimi di Siria, Yemen e Bahrein. O che quello spirito di dissenso avrebbe dato impulso ai messicani per sollevarsi contro il terrore provocato dai cartelli della droga, ai greci per marciare contro i leader irresponsabili, agli americani per occupare spazi pubblici protestando contro la diseguaglianza fra i redditi e ai russi per schierarsi contro un’autocrazia corrotta."
"Poiché è in grado di acquisire e mettere in evidenza un senso globale di viva speranza, di ribaltare governi e saggezza convenzionale, di combinare le più antiche tecniche con le più moderne tecnologie per accendere una luce sulla dignità umana e, infine, di guidare il pianeta verso un più democratico seppure talvolta più pericoloso cammino nel XXI secolo, il Manifestante è il personaggio dell’anno 2011 di TIME."