martedì 19 luglio 2011

G8 di Genova: il sangue di Carlo Giuliani

Sono passati 10 anni dalla morte di Carlo Giuliani, 10 anni di processi e di sentenze, 10 anni di scuse, di scarica barile ma soprattutto 10 anni di "com'è potuto succedere?".
Il vertice che riunisce gli otto potenti del pianeta nel 2001 si tiene a Genova e l'Italia deve fare bella figura con il resto del mondo. Ma la domanda è: l'Italia è pronta ad affrontare tutto ciò che un vertice come il G8 comporta? Il governo di centro-destra nei giorni precedenti all'inizio dell'incontro continua a ribadire di essere preparato ad affrontare le situazioni che gli si presenteranno. Sono attesi i cortei pacifici dei no-global ma, quello che spaventa maggiormente, sono le tipiche azioni violente dei black-bloc, anch'essi attesi in massa.
Le manifestazioni e i cortei iniziano già un paio di giorni prima dell'inizio del vertice così come gli scontri.
Il dispiegamento di forze dell'ordine è impressionante e si arriva al punto di non ritorno: il 20 luglio è il giorno che ha cambiato la città di Genova non solo nell'aspetto ma anche nei ricordi.
Il "decoro" raccomandato dal Presidente del Consiglio Berlusconi lascia spazio al disordine: auto incendiate, vetrine distrutte, cassonetti dati a fuoco, i genovesi si barricano in casa mentre fuori è l'inferno. Purtroppo però la situazione, già insostenibile per tutti, precipita. Sono da poco passate le 17 quando fuori dalla zona rossa parte uno scontro tra manifestanti e forze dell'ordine in Piazza Alimonda, i primi lanciano sassi, i secondi si difendono con i lacrimogeni.
Una land rover dafender con tre carabinieri a bordo cerca di seguire la ritirata dei circa 70 militari presenti ma rimane bloccata da un cassonetto dei rifiuti. Il veicolo apparentemente bloccato (le foto di alcuni giornalisti presenti sul luogo dimostreranno che l'autista aveva tutto lo spazio disponibile per fare manovra) si trova così circondato dai manifestanti.
Tra loro c'è Carlo: canottiera bianca, passamontagna e con in mano un estintore, estintore precedentemente lanciato dai carabinieri proprio contro i manifestanti.


Quello che è successo negli attimi successivi è immortalato in numerose fotografie: il carabiniere ha sempre parlato di legittima difesa, le foto però mostrano l'arma puntata al volto di Giuliani e non alle gambe, ma soprattutto la reale distanza del ragazzo rispetto al mezzo blindato e cioè circa 4 metri. In ogni caso le congetture non servono perché subito dopo Carlo si accascia a terra colpito da un colpo di pistola ma ancora vivo. L'autista solo ora cerca di liberarsi del cassonetto e fa retromarcia sul suo corpo, poi ingrana la prima e passa ancora su Carlo.
I manifestanti cercano di soccorrerlo ma quando
arriva la Pubblica Assistenza Carlo Giuliani è morto.
Cosa accade nelle ore successive è incredibile: il vicequestore Adriano Lauro inizia ad inseguire un manifestante urlandogli: « Bastardo! Lo hai ucciso tu, lo hai ucciso! Bastardo! Tu l'hai ucciso, col tuo sasso, pezzo di merda! Col tuo sasso l'hai ucciso! Prendetelo! » e anche nelle foto dei giornalisti compare una pietra affianco al corpo del ragazzo che prima non c'era e il tutto per scagionare il carabiniere Mario Placanica. Naturalmente la verità verrà subito fuori grazie agli scatti dei fotografi.
Inoltre i familiari del ragazzo verranno a sapere della sua morte solo in serata anche se subito dopo si era già a conoscenza dell'identità di Carlo grazie al suo cellulare.
Di stranezze, di dettagli che ti fanno indignare e arrabbiare in questa storia ce ne sono davvero tanti e non riguardano solo Carlo Giuliani ma anche ad esempio le violenze nella scuola Diaz.
Resta il fatto che sono passati dieci anni da quei folli giorni di inaudita violenza e giustizia non è stata fatta. Stroncata la speranza di avere giustizia l'unica cosa da fare e continuare a parlare dei giorni di Genova per non  lavare quel sangue almeno dai ricordi.

4 commenti:

  1. sono schifato, fanno passare in questo articolo il ragazzo morto come un eroe...di certo se aveva il passamontagna e un estintore in mano non era li a a manifestare pacificamente non credi?? quando leggo queste cose mi viene la nausea...io se devo esprimere solidarietà la esprimo al poliziotto che si è trovato circondati da idioti e delinquenti.

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  2. Accetto il tuo pensiero ma volevo dirti che qui non si tratta di esprimere solidarietà a uno o all'altro: un ragazzo è morto perché la situazione è sfuggita di mano, a tutti! Ti faccio solo notare un particolare che forse leggendo l'articolo ti è sfuggito: tra loro c'è Carlo: canottiera bianca, passamontagna e con in mano un estintore, estintore precedentemente lanciato dai carabinieri proprio contro i manifestanti.
    Se un carabiniere lancia un estintore contro dei manifestanti credo che neanche lui fosse pacifico!
    Ti ringrazio per il commento.

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  3. L'estintore non fu usato dai CC, ma dai manifestanti; dopo il primo lancio rimase incastrato contro la ruota di scorta e da lì rimosso dai CC con un calcio (dall'interno dell'auto) e a quel punto raccolto da Giuliani. Placanica, colui che ha sparato, è vero, puntava alla testa. Ma è anche vero che aveva 20 anni (venti!) stava in una Jeep assediata e coi vetri intranti perché colpita con bastoni ed estintori. Era ferito e vedeva avvicinarsi un tizio col viso coperto pronto a lasciare un estintore. Io me la seri fatta sotto e non so se sarei stato in grado di badare a dove puntavo. Detto questo, è una tragedia che muoia un ragazzo come Giuliani, al quale vanno però riconosciute responsabilità per essere stato lì, di sua spontanea volontà a caricare una Jeep dei Carabinieri a volto coperto.

    Discorso diverso è il comportamento post avvenimento. Il tentativo di insabbiamento, il sasso, il calcio in testa al cadavere di Giuliani cadavere per procurargli una ferita compatibile col sasso, la Diaz, Bolzaneto sono vergogne nazionali di un corpo di polizia impreparato e violento che ha perso completamente la maniglia della situazione.

    Ma non è corretto, a mio avviso, porre sullo stesso piano le due cose (cioè il fatto in sé e la reazione)

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  4. Peccato che a Roma non abbiano fatto altra pulizia.

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