Sta per arrivare il nuovo anno e per tutti è tempo di bilanci, di valutazioni, di riflessioni sull'anno che sta per concludersi.
Così è anche per il Time, settimanale americano, che dal 1927 ogni prima settimana di dicembre, deve eleggere "la persona dell'anno" cioè l'individuo che più di tutti si è distinto e ha avuto maggiore rilevanza durante l'anno appena trascorso.
La scelta è sempre molto difficile: politici, scienziati, uomini di fede, militari, astronauti in molti ambiscono alla copertina del Time. Quest'anno però il settimanale stupisce tutti: nessun volto riconoscibile, nessun nome e nessun cognome, nel 2011 il nuovo person of the Year è the protester.
Nulla di specifico, il manifestante potrebbe essere quello della primavera araba o un indignatos spagnolo, un militante americano o femminista ucraina, non ha importanza la nazionalità.
A spiegare perché il Time fa questa scelta impersonale, da molti condivisa, è l'editore Rick Stengel, riporto di seguito le sue parole: "Esiste un punto di non ritorno globale per la frustrazione? Ovunque, a quanto pare, la gente diceva di essere stufa. Dissentiva, domandava, non disperava persino quando le risposte tornavano indietro sotto forma di nuvola di gas lacrimogeno o grandine di proiettili. Incarnava letteralmente il concetto che l’azione individuale può portare a un cambiamento collettivo e colossale. E sebbene fosse inteso in modo diverso a seconda dei diversi luoghi, il concetto di democrazia era presente ogni volta che essa si radunava."
"Nessuno avrebbe potuto immaginare che il gesto di un venditore di frutta tunisino, dandosi fuoco in una piazza pubblica di una città quasi introvabile sulle cartine, sarebbe stato la scintilla per le proteste che avrebbero rovesciato i dittatori di Tunisia, Egitto e Libia scuotendo i regimi di Siria, Yemen e Bahrein. O che quello spirito di dissenso avrebbe dato impulso ai messicani per sollevarsi contro il terrore provocato dai cartelli della droga, ai greci per marciare contro i leader irresponsabili, agli americani per occupare spazi pubblici protestando contro la diseguaglianza fra i redditi e ai russi per schierarsi contro un’autocrazia corrotta."
"Poiché è in grado di acquisire e mettere in evidenza un senso globale di viva speranza, di ribaltare governi e saggezza convenzionale, di combinare le più antiche tecniche con le più moderne tecnologie per accendere una luce sulla dignità umana e, infine, di guidare il pianeta verso un più democratico seppure talvolta più pericoloso cammino nel XXI secolo, il Manifestante è il personaggio dell’anno 2011 di TIME."
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