mercoledì 13 luglio 2011

Lotte razziali: una macchia sulla storia dell'America.

Il 12 luglio 1967 nella città di Newark, nel New Jersey, scoppia la rivolta degli afroamericani, una delle tante scoppiate in quegli anni in America, che dopo quattro giorni di violenti scontri lasciò dietro di se 23 vittime e più di 700 feriti.
Siamo in un periodo di generale trasformazione, di cambiamenti repentini, di sviluppo industriale, culturale ed economico. Ma non per tutti. Nella maggior parte delle città americane molti afroamericani sono costretti nei ghetti, vivono in situazioni precarie tra disoccupazione e povertà, senza poter avere una rappresentanza politica adeguata. Lo scoppio di una rivolta aleggiava nell'aria anche perché i neri di altre città si erano già ribellati ai sopprusi dei bianchi. A Nawark la scintilla che porta allo scoppio di questi violenti scontri fu la notizia della morte di un tassista nero, Weerd John Smith, che dopo aver commesso un'infrazione del codice della strada, viene fermato è picchiato a morte da due poliziotti bianchi.
Nella città è il delirio: scontri, rapine, sparatorie distruggono in pochi giorni un'intera città. La guardia nazionale non guarda in faccia a nessuno e in questa brutta vicenda rimangono colpiti anche donne e bambini.


Nel 1967 la città di Newark era una città completamente allo sbando, era  il simbolo della segregazione razziale, una terra di mezzo in cui si combatteva una guerra tra poveri: la polizia, formata prevalentemete da bianchi, cercava di arginare e di reprimere sul nascere qualsiasi tentativo di rivolta, la popolazione, formata per la maggior parte da neri, cercava una via d'uscita da quella che per molti era ancora una forma di schiavitù. Molti residenti bianchi abbandonano le loro case per ricominciare lontano da quel posto che era diventato invivibile. Così gli afroamericani si sono trovati soli in una città completamente distrutta e costretti a dover ricominciare senza l'aiuto di nessuno. Ma Nawark non è stata l'unica città a dover affrontare un esodo da parte dei bianchi dopo la scia di distruzione lasciata dalle rivolte razziali: a Watts c'è stata una sommossa a sfondo razziale di imponente portata durata per 6 giorni nell'agosto 1965 e alla fine della sommossa si conteggiarono 34 morti e più di 1.000 feriti. A Detroit, nel 1967, si contarono 43 vittime e dopo la morte di Martin Luther King in varie città ci furono altri scontri che provocarono 46 morti.

Il sangue versato e le battaglie condotte in prima fila da King non riuscirono ad eliminare del tutto il razzismo ma servirono comunque ad avvicinare anche parte del proletariato bianco alle battaglie per i diritti dei neri. Oggi in America gli afroamericani hanno, almeno legalmente, pari diritti anche se alcune discriminazioni rimangono negli stati del profondo Sud degli Stati Uniti, come in Texas, Louisiana e Alabama.
Sono passati 44 anni dalle rivolte razziali e una delle dimostrazioni più evidenti che le cose in America sono cambiate si è avuta il 20 gennaio 2009 quando come 44° Presidente degli Stati Uniti d'America è stato eletto Barack Omaba, primo afroamericano a ricoprire la carica.

Nessun commento:

Posta un commento