Era il 13 febbraio 2011 quando le donne, affiancate dai loro uomini, scendevano nelle piazze di tutta Italia per gridare il loro sdegno nei confronti di una società che strumentalizza il corpo delle donne, il loro sdegno nei confronti di un Presidente del Consiglio che non nasconde assolutamente il suo interesse per il gentil sesso tanto da organizzare feste nelle sue dimore con ragazze poco più che maggiorenni.
Le polemiche dunque nascono e si rivolgono soprattutto al Premier che con le sue affermazioni non fa che peggiorare la sua, già poco piacevole, situazione legata allo scoppio del Rubygate (ricorderete la frase pronunciata al Salone del ciclo e motociclo alla Fiera di Milano:"meglio essere appassionato di belle ragazze che gay").
Ma non solo, il comitato delle donne di Se non ora quando, questo il nome dato all'iniziativa, accusano anche i media. La loro colpa sta nel proporre sempre più spesso l'idea di donna attratta dalle mete facili, dai facili guadagni, l'idea di una donna che per arrivare ai suoi obiettivi non usa la propria intelligenza, non usa la propria cultura ma il proprio corpo.
Naturalmente, anche se era stato chiesto dalle organizzatrici di non politicizzare l'evento perché desideravano che la loro trasversalità fosse rispettata, l'opposizione, presente con tutti i suoi leader ma senza bandiere, il giorno dopo la manifestazione ha parlato di importante risultato per le donne ma anche per la sinistra.
Oggi 23 giugno la polemica del comitato Se non ora quando ha cambiato il suo bersaglio e si è rivolta proprio all'opposizione in particolare al PD, perché nonostante tutte le critiche rivolte al Premier sulla strumentalizzazione del corpo delle donne, ha utilizzato per annunciare l'annuale Festa dell'Unità di Roma questa immagine:
Certo in ambito politico, dopo le amministrative e dopo i referendum, il vento è sicuramente cambiato ma utilizzare un paio di gambe per annunciarlo è sembrata una caduta di stile e in molti si stanno chiedendo se il PD predichi bene ma razzoli male.
Il mio compito in questo contesto non è quello di dare un giudizio politico su una campagna pubblicitaria ma vorrei ricordare che il sesso, messi da parte i moralismi, vende indipendentemente dal partito di appartenenza e infine vorrei associarmi al comunicato stampa rilasciato dal comitato nazionale di Se non ora quando: «L'abbinamento fra lo slogan 'Cambia il vento e l'ennesima immagine strumentale del corpo femminile - si legge in una nota - ci lascia stupite e attonite. Il comitato protesta ancora una volta di fronte all'uso del corpo delle donne come veicolo di messaggi che nulla hanno a che fare con esso e invita il Partito democratico romano a ritirare la campagna, anche per rispetto verso milioni di donne italiane il cui voto è stato fondamentale nelle amministrative e nei referendum nazionali del 12 e 13 giugno»
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