La storia della piccola Sohana, non ci sono fonti sull'attendibilità del nome, ha fatto il giro del mondo suscitando però dubbi e scetticismo da più parti.
Ieri la polizia pachistana nel corso di una conferenza stampa, durante la quale era presente anche la piccola, ha raccontato di aver salvato Sohana da alcune persone, pare due uomini e una donna, che dopo averla drogata e rapita l'avrebbero costretta ad indossare un giubbotto pieno di otto chili d'esplosivo per farlo esplodere una volta vicina ad una postazione della polizia, davanti a un checkpoint a Lower Dir, nel nord ovest del Pakistan.
Gli strani movimenti della ragazzina e la sua evidente paura, pare infatti si sia messa ad urlare una volta visti i poliziotti, hanno insospettito le forze dell'ordine che sarebbero intervenute salvando la bambina ed evitando una strage. I rapitori nel frattempo si sono dileguati e di loro non si ha più nessuna traccia.
Nonostante Sohana abbia risposto alle domande dei giornalisti senza mai contraddirsi e rispettando fedelmente la versione della polizia, il condizionale è d'obbligo. Infatti non sarebbe la prima volta che gli ufficiali pachistani affermano di aver sventato un attentato solo per accrescere il loro prestigio internazionale e per aumentare i loro meriti agli occhi della comunità nazionale.
Ma se si ha purtroppo la certezza che gli estremisti costringono i bambini ad arruolarsi nelle loro file per farli diventare kamikaze, la storia della piccola Sohana Ali Javaid, ha qualche punto oscuro. Molti attivisti, seguiti dai giornalisti indipendenti, hanno passato la giornata di ieri a cercare riscontri sul racconto che la piccola ha fatto sulla sua famiglia e sulla sua casa ma nella zona indicata nessuno riconosce Sohana nella foto né tantomeno ci sono denunce di bambine scomparse.
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