La gioia, mista a commozione, sui visi di questi uomini e di queste donne è dovuta ad una decisione storica: lo stato di New York con 33 voti favorevoli e 29 contrari ha approvato al Sanato il matrimonio tra coppie omosessuali.
La decisione è resa ancora più storica se si pensa alla presenza a New York delle numerose comunità italo-americane, polacche e irlandesi tutte molto legate alla chiesa cattolica.
Il governatore Andrew Cuomo già in campagna elettorale aveva espresso la sua forte approvazione alle nozze gay e aveva promesso il raggiungimento di questo risultato in caso di elezione. Ieri sera la promessa è stata mantenuta e i festeggiamenti sono durati tutta la notte.
New York è così il sesto stato americano ad aprire le porte alle nozze gay ma soprattutto è il più popoloso. Il matrimonio gay fino a ieri era legale negli Stati del Massachusetts, Connecticut, Vermont, New Hampshire, Iowa, oltre che nella capitale federale Washington. Con l’aggiunta di New York la popolazione di questi Stati arriva al 10% del totale degli Stati Uniti.
Già nel 2009 la riforma era stata proposta al senato ma era stata seccamente respinta. I movimenti gay però non si sono arresi e hanno condotto una grande campagna di sensibilizzazione accompagnata da un cauto sostegno da parte del presidente Obama che nel febbraio 2011 ordinò al dipartimento della Giustizia di non difendere più il Mariage Act, cioè una legge che definisce il matrimonio come unione esclusiva tra uomo e donna. Inoltre giovedì scorso Barack Obama ha incontrato proprio a New York nel corso di una cena elettorale alcuni esponenti dei gruppi omosessuali più rilevanti d’America e ha sottolineato che: "Le coppie gay meritano di avere gli stessi diritti di tutte le altre coppie".
Una tra le prime star ad aver commentato il successo è stata Lady Gaga, indiscutibile icona gay che in lacrime ha urlato: "Non riesco a smettere di piangere, ce l'abbiamo fatta ragazzi!".
Il Vaticano invece non ha ancora commentato la notizia ma sicuramente la posizione che assumerà sarà di totale opposizione.
Da apprezzare invece la scelta dei fautori per la parità dei gay che grazie ad una concessione importante, e cioè il diritto all’obiezione di coscienza per tutti quei religiosi che vorranno astenersi dal celebrare nozze gay senza esporsi a sanzioni legali, hanno spostato alcuni consensi decisivi anche nelle comunità dei credenti.
Trovo significativa la scelta da parte di queste persone che pur di raggiungere il loro obiettivo hanno deciso di andare incontro ai prelati più intransigenti, di andare incontro a coloro che hanno sempre ostacolato il loro cammino, cercando di mitigare le loro idee.
Mi piacerebbe vedere anche dall'altra parte un segnale avvicinamento nei confronti di chi, in fin dei conti, vuole solo essere libero di amare.
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